Capraia non è solo mare turchese e lunghe passeggiate nella natura incontaminata: l’isola ha una lunga storia che ha conosciuto il passaggio di etruschi, corsari e perfino detenuti!
L’isola è stata infatti sede di una Colonia Penale Agricola dal 1873 al 1986, una sorte comune anche ad altre isole dell’Arcipelago Toscano in quegli anni. Oggi della vecchia zona carceraria, oltre ad un arco colorato che ne indica l’ingresso, restano gli edifici dismessi, che erano organizzati in varie diramazioni, e che a loro volta ospitavano i luoghi di lavoro dei detenuti, come la stalla ed il magazzino dei formaggi, un piccolo spaccio, la mensa, il barbiere. Oggi l’ex colonia ospita diverse aziende agricole che producono prodotti tipici dell’isola, dal vino al miele. Numerosi sono i trekking che si possono intraprendere per visitarla.
Gli amanti dell’archeologia non vorranno perdersi la mostra Il Ritorno del Guerriero, un’esposizione dei reperti più suggestivi provenienti dalla Tomba del Guerriero, appartenuta probabilmente a un giovane militare del 400. All’interno della tomba sono stati recuperati un corredo composto da numerosi reperti, tra i quali due fibbie per cintura in bronzo dorato, una spada e un coltello di ferro con fodero ligneo. Nella Sagrestia dell’affascinante complesso di Sant’Antonio, dove è ospitata la mostra, sono esposti anche importanti reperti rinvenuti sul Relitto delle Formiche, una nave ritrovata intorno all’isola.
Della storia dell’Isola sappiamo che a partire dal XVI cominciarono a svilupparsi pratiche vitivinicole (già nel IV secolo la comunità dei monaci Zenobiti che abitava sull’isola vi portò una specie di vitigni africani). E’ proprio alla pigiatura dell’uva e alla produzione del vino che erano destinati i Palmenti, della vasche quadrangolari scavate nella roccia che si incontrano spesso sull’isola, soprattutto in località le Tigghielle e sulla spianata rocciosa prospiciente il Castello. Il termine deriva dal latino pavimentum, pavire ed indica l’atto di “battere, pestare”.
Tre sono invece le chiese che si possono visitare sull’isola: la Chiesa di San’Antonio, la Parrocchia Sacro Cuore e San Nicola Vescovo e la più isolata Chiesa di Santo Stefano, in prossimità dei Palmenti di Tigghielle, ridotta ormai a un rudere ma molto suggestiva.
La Chiesa e il Convento di San’Antonio furono costruiti dall’Ordine francescano nel XVII secolo e il complesso ospitò la centrale del carcere negli anni in cui la colonia fu attiva.
La facciata, in stile barocco, è stata restaurata nel 2016 e all’interno della chiesa si possono ammirare la tela raffigurante la Vergine con il Bambino e Sant’Anna e, sull’altare maggiore, la statua lignea di Sant’Antonio.
La Chiesa di San Nicola fu eretta nel 1759 per volere della Repubblica di Genova ed è impostata su tre navate separate da pilastri e arricchite da numerose cappelle, con decorazioni a stucco realizzate da maestranze locali.