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I Palmenti

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Durante una camminata lungo i sentieri dell’isola, il viaggiatore può rimanere sorpreso davanti alle ampie vasche quadrangolari scavate nella roccia, diffuse in tutta l’isola, e in particolare in località le Tigghielle e sulla spianata rocciosa prospiciente il Castello. Si tratta di antiche strutture che venivano utilizzate per la pigiatura dell’uva e la produzione del vino. Il termine “palmento” deriva dal latino pavimentum (pavire: battere, pestare), ma sono chiamate anche pigiatoi o pestarole. I primi esempi di palmenti tagliati nella roccia sono stati trovati in Palestina e risalgono all’età del Bronzo.

Nel caso di Capraia almeno alcuni palmenti rinvenuti presso la Fortezza (I Palmenti di Forte San Giorgio) si datano a un periodo precedente la costruzione della Fortezza stessa (1540), perché sono in parte coperti dalle strutture difensive che ne avrebbero impedito l’utilizzo.

Per gli altri palmenti è plausibile che possano essere stati costruiti o almeno impiegati a partire dal XVI secolo, quando le fonti documentarie cominciano a dare notizie sulla pratica vitivinicola capraiese. La proprietà collettiva della poca terra seminabile prevedeva una spartizione annuale tra le famiglie dei campi aperti, dove si produceva essenzialmente orzo. Possesso durevole delle famiglie erano invece le cosiddette piazzole: piccoli lembi di terra, accuratamente liberati dalle pietre che andavano a formarne i muri di protezione, dove si coltivavano ortaggi e soprattutto viti. Nella peculiare agricoltura dell’isola, affidata alle donne e condotta attraverso la costruzione delle piazzole, i palmenti erano strumenti necessari alla produzione del vino, alimento fondamentale per la popolazione ma anche rara merce di scambio con l’esterno. Come i forni per la cottura del pane, è probabile che anche i palmenti capraiesi fossero di proprietà pubblica, in armonia con il sistema comunistico di rotazione dei campi aperti.

I Palmenti delle Tigghielle si possono ammirare sulla strada verso La Piana poco prima del bivio sulla destra. Si percorre un breve sentiero nella macchia (4 minuti) e si arriva in una zona più pianeggiante dove se ne trovano una decina.

A pochi minuti dalla Piazza del Paese è possibile vedere i Palmenti del Segalaio. Dalla Chiesa di San Nicola si prende la strada in salita, dove, percorse poche centinaia di metri si incontra un bivio sulla sinistra con il cartello che li indica. Una stradina sterrata conduce ai palmenti che si trovano in due gruppi sulla sinistra, la strada finisce poco dopo.

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