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Isola di Capraia

Terza isola in ordine di grandezza dell’Arcipelago Toscano, dal 1996 fa parte del Parco Nazionale e della Riserva della Biosfera MAB UNESCO. Nel suo mare è stata istituita un’Area Marina Protetta con zone di diverso grado di tutela biologica. È inoltre inserita nel Santuario Internazionale dei Cetacei in quanto fortemente interessata dalla presenza di delfini, balenottere e capodogli e dal 2020 anche la rarissima foca monaca ha ricominciato a frequentare le sue coste. È il Comune più piccolo della Toscana e quello più vicino alla Corsica: dista 65 km da Livorno, 35 km dall’Elba e solo 31 km da Capo Corso. E’ un’isola di origine vulcanica lunga 8 km (da punta della Teglia a nord a punta dello Zenobito a sud) e larga 4 km con un’area di circa 20 kmq. Lungo il suo perimetro di circa 30 km, caratterizzato da coste alte e rocciose, a strapiombo sul mare, si aprono insenature di aspra bellezza. Geologicamente l’isola è interamente vulcanica, costituita da potenti colate di andesite, cui si associano talora tufi e brecce. Solo alla punta dello Zenobito si trovano rocce basaltiche dovute ad eruzioni più recenti.

L’isola di Capraia, situata a metà tra il Mar Ligure e l’alto Tirreno è, tra le isole dell’Arcipelago Toscano, l’unica di origine vulcanica. Nata nove milioni di anni fa, è tra le più antiche isole del Mediterraneo. Le sue coste alte e a picco sul mare si aprono in numerose baie, calette, anfratti e grotte originate da stratificazioni di rocce di molteplici colori e modellate dall’erosione, in forme sempre diverse. La sua forma ellittica si allunga per 8 km da nord a sud ed è caratterizzata da zone montuose che si alternano a piccole valli percorse da torrenti chiamanti “vadi”. Sull’isola è presente l’unico invaso naturale dell’arcipelago, chiamato Stagnone o Laghetto. L’isola fu abitata sin dal Neolitico, frequentata dagli Etruschi e dai più antichi navigatori, utilizzata dai Romani come base navale per combattere la pirateria cartaginese e ligure e infine scelta da gruppi di monaci come luogo della propria fede. Meta delle incursioni di pirati e corsari, tra i quali il terribile Dragut, nella seconda metà del 1500, Genova la rese più sicura facendo edificare la Fortezza di San Giorgio e le torri costiere. Nel 1925 il Comune di Capraia Isola passò definitivamente alla provincia di Livorno. Sede di una colonia penale fino al 1986, dieci anni dopo è stata inserita nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano con l’obiettivo di preservare una realtà naturale unica e di promuoverne il turismo e lo sviluppo sostenibile.

Sebbene il nome Capraia sembri derivare dall’antica presenza sull’isola di capre selvatiche, l’etimologia della parola suggerisce un riferimento alla sua origine vulcanica e al suo essere aspra e rocciosa, da qui il termine Aegylon in greco “terra di capre”, dall’estrusco Karpa che significa roccia, poi diventato Capraria in latino, Cravaea in ligure e Capraghja nell’antico dialetto locale, un’oscillazione di parlata corsa con forti legami liguri e sardi, oggi purtroppo completamente estinto. A tale proposito interessanti sono i tentativi di recupero dell’antico idioma con lo scopo di restituire l’espressività, l’intimità del luogo e il senso di appartenenza.

 

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